the soul remains the same


L’anima di una città è immutabile, nonostante il perpetuo scorrere del tempo.
Mutano i suoi colori, le strade, i volti di cemento e ferro, il verde vivo dei giardini e delle campagne, che via via lascia il posto all’asfalto.
Quel che invece resta è l’invisibile abbraccio con cui i luoghi cullano la nostra infanzia, creando via via i ricordi che custodiamo poi da adulti.
La mente, giorno dopo giorno, fissa in sé punti di riferimento incapaci di sbiadire, immagini che il cuore può ancora vedere se lo sguardo si posa su quel mattone, su quell’incrocio, su quel graffite consumato.
Rivedo i viali percorsi migliaia di volte, correndo per non tornare a casa tardi.
Tornano i freddi intensi e le estati in tre sulla stessa bici.
Le vetrine sono ancora piene di meraviglia come nei giorni in cui il Natale sapeva farle brillare così forte.
Le altalene scricchiolanti ed i vecchi scivoli in lamiera sono ancora lì, dove tante volte mani e ginocchia hanno visto tempi migliori.

Attraverso l’osservazione, oltre il primo sguardo, ognuno potrà ripercorrere sé stesso attraverso la memoria, sbloccata da immagini fin troppo familiari, quasi ostinatamente scontate. Potremo così concepire quel che fino a ieri era un semplice agglomerato di edifici, come un’entità viva che custodisce le nostre coscienze, così come è stato per chi ci ha preceduto e così sarà per chi verrà dopo.

Esiste un filo sottile che passa tra i decenni senza mai mutare, al di là di ruspe e cantieri, armi del progresso che non vuole e non può sentir ragioni.

Un filo che è come un’anima.
Un’anima che resta la stessa.